La seconda tappa del Giro d’Italia è stata ricca di emozioni, dalla prima tappa abbiamo già assistito a colpi di scena, ma la giornata odierna ci ha regalato ulteriori emozioni.
La tappa si è sviluppata con una fuga di cinque corridori, tra cui Marcellusi, Fiorelli, Scaroni, Bais e Piccolo, che hanno animato il percorso fin dai primi chilometri.
Tuttavia, il brivido è arrivato con la caduta di Dumbar e Koij a meno 62 chilometri dal traguardo, anche se entrambi sono riusciti a rimettersi in sella e a continuare la corsa.
La volata intermedia ha visto l’azione audace di Piccolo, che è partito in solitaria e ha accumulato un vantaggio massimo di 2 minuti e 30 secondi sul gruppo. Nel frattempo, il Team Ineos ha controllato il ritmo del gruppo principale.
Ma il momento cruciale è arrivato sull’ultima salita, quando Pogacar ha subito una sfortunata foratura che lo ha costretto a una caduta. Il dramma è stato catturato nel mio ultimo video su YouTube, che documenta la caduta e gli highlights della tappa.
Con il passare dei chilometri, l’azione si è intensificata e il gruppo ha ripreso Piccolo ai meno 6,5 chilometri dal traguardo. È stato quindi il momento di Majka, che ha alzato l’andatura, seguito da Pogacar che ha sferrato poi l’attacco decisivo. Il giovane talento sloveno ha dimostrato ancora una volta la sua forza e la sua abilità, staccando tutti e portandosi verso la vittoria.
Dietro di lui, O’Connor ha provato a inseguire ma ha pagato il prezzo dello sforzo, mentre Lipoviz e Martinez hanno tenuto duro. Tra gli italiani, grande prestazione di Fortunato, che ha chiuso quarto.
Partiamo con le sorprese: il campione francese Romain Bardet ha subito una sfortunata defezione a causa di problemi intestinali,vediamo se nei prossimi giorni si riprenderà. Un altro corridore che ha dovuto affrontare difficoltà è stato Timen Aresman, apparentemente non al meglio della forma, la situazione è stata resa ancora più interessante da un post critico del padre di Aresman sulla piattaforma X, dove diceva ‘La cosa buona dell’inizio di una corsa a tappe è che l’allenatore non può più fare danni‘.